Dic 27 2012

Caccia ai numeri primi gara planetaria, con premio

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


[fonte Repubblica.it]

TREDICI milioni di cifre e oltre 32 chilometri di carta. Tanti ne servono per rappresentare il numero primo più grande mai scoperto. E anche se le due misure sono eccezionali, la ricerca per individuare il prossimo primatista continua. Dal momento che i numeri – anche quelli primi – sono infiniti, quando se ne scopre uno si passa subito a quello successivo. Adesso, grazie a due premi da 150 e 250 mila dollari offerti dalla Electronic Frontier Foundation, la ricerca si è trasformata in una gara internazionale.
Un numero primo è quello che può essere diviso solo per 1 e per se stesso. La loro ricerca ha affascinato i più grandi matematici della storia. Da Eulero a Carl Gauss, Pierre de Fermat, Sophie German, Pietro Cataldi e Edouard Lucas, tutti si sono cimentati nella produzione di formule e teoremi che aiutassero a comprendere quali sarebbero stati i numeri primi in una serie numerica elevata a una certa potenza. Una ricerca lenta e faticosa: non disponendo di calcolatori elettronici e di computer, i matematici erano costretti a calcoli manuali…….

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Dic 27 2012

Sviluppare Web Services con Windows

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


Sotto la definizione di Web Services ricade una procedura in grado di erogare un servizio ad un client locale o remoto. Finora, nel mondo Windows, questo compito è stato svolto egregiamente dai cosiddetti componenti COM. Nel caso più tipico un componente di questo genere è disponibile solo per le applicazioni installate su una certa macchina, e un tempo venivano chiamati OLE Server, proprio a dimostrare la loro natura di servizio; le applicazioni facenti uso di tali servizi, viceversa, erano “client”.

Nel tempo la necessità di separare fisicamente il client dal server è stata risolta in vari modi, tra cui DCOM e la sua evoluzione COM+, ma tutti presentavano problemi di funzionamento o di configurazione al di fuori di una rete locale (Internet), legati particolarmente al routing (NETBIOS) oppure alla sicurezza (NAT, Firewall). Oggi la soluzione di questi problemi è alla 22 della nascita dei Web Services, insieme alle sempre più pressanti richieste che provengono dal business online.

Da questo punto di vista, al momento, la Microsoft sembra essere l’unica ad offrire una piattaforma veramente completa per questo tipo di sviluppo, e basta ricordare l’offerta a 360 gradi sia nel settore backoffice che negli strumenti di sviluppo. Evitando di fare la storia di come sono andate le cose, ricordo che lo sviluppo di Web Services è stato semplificato al punto di ridursi a poche procedure visuali o automatiche (wizard); anche se il gran parlare attorno a .NET potrebbe creare confusione (il nome stesso dice già tutto), nel seguito daremo prova di questo e vedremo qualche esempio pratico. Prima di proseguire, però, sento il dovere di ricordare che lo sviluppo di Web Services è un punto di arrivo per un programmatore più che un punto di partenza: anche se in questo articolo non si presuppone alcuna conoscenza precedente, non raccomando lo sviluppo di Web Services a chi non avesse dimestichezza con la creazione di componenti (DLL) COM.

Introduzione

In casa Microsoft le possibilità offerte per la realizzazione di Web Services sono essenzialmente due, una legata a Visual Studio 6 ed al SOAP Toolkit, ed una legata a .NET e alla versione 7 del tool di sviluppo. Si tratta di due strade piuttosto diverse; la prima dovrebbe privilegiare gli sviluppatori che non intendono adottare da subito il nuovo tool, e si pensa che siano parecchi, vista la rivoluzione che saranno costretti ad affrontare. Questa strada dovrebbe consentire di riutilizzare codice e competenze ed allo stesso tempo di fare cose nuove col minimo dello sforzo. La seconda strada, invece, apre nuovi orizzonti, ma richiede un prezzo da pagare piuttosto alto, soprattutto sul piano dell’incompatibilità col preesistente. A tal proposito la stessa Microsoft raccomanda che:

prodotti professionali scritti con Visual Studio 6 ed utilizzanti il SOAP Toolkit in versione 1, siano portati alla versione 2 del SOAP Toolkit;

prodotti da realizzare nel giro di poco tempo (si intenda prima del rilascio definitivo di .NET), siano realizzati esclusivamente con la versione 2 del SOAP Toolkit;

negli altri casi si raccomanda di utilizzare Visual Studio .NET;

in ogni caso si raccomanda di non utilizzare più il SOAP Toolkit in versione 1.x.

Detto questo, si capisce che lo sviluppo di Servizi Web non può prescindere da situazioni di fatto, come ad esempio se si sviluppa da zero e si ha piena libertà, oppure se si deve riutilizzare componenti business già esistenti. Infine se si può (o si deve) utilizzare codice standard o proveniente dall’open source e da Unix. Purtroppo queste considerazioni esulano dallo scopo di questo articolo, ma è bene sapere che una strada potrebbe essere molto vantaggiosa rispetto ad un’altra, e questa è una cosa da tenere presente in situazioni produttive.

Esiste, quindi, una varietà di esigenze possibili, e per ciascuna di queste esigenze esiste una soluzione; per contro va detto subito che si tratta quasi sempre soluzioni a pagamento, a differenza dell’approccio open source di PHP o di Perl.

Il nuovo ambiente di sviluppo Microsoft copre i linguaggi di programmazione più importanti, cioè il C++, il Basic, Java ed il nuovo C#. E’ possibile sviluppare un progetto utilizzando linguaggi differenti anche contemporaneamente e non ci sono limiti per la fantasia: tantissimi ingredienti possono essere mescolati come volete, in funzione delle necessità e delle scelte strategiche. Da una soluzione completamente multipiattaforma (Perl, PHP, Java, ecc.), oppure una via di mezzo (C#, simile a Java ma ottimizzato sul piano delle prestazioni) fino a riciclare competenze, codice e programmatori (classico caso del Visual Basic, sul quale molte software house hanno fatto grossi investimenti).

Insomma .NET accontenta tutti, anzi al momento consente (teoricamente) di sviluppare anche in COBOL, Mercury, Python, Component Pascal, Mondrian, RPG, Dyalog APL, Oberon, Scheme, Eiffel, Pascal, SmallTalk, Fortran, Perl, Standard ML, grazie al lavoro svolto da qualche decina di società sparse in tutto il mondo. Tra queste Active State, lo standard “de facto” per il Perl sotto Windows, merita una citazione particolare perché offre un eccellente supporto per lo sviluppo di Web Services sia all’interno che all’esterno della nuova piattaforma, con i linguaggi Python, Perl e PHP (e promette quello di Ruby e Tcl nel breve periodo). Visual Perl e Visual Python sono stati già annunciati (e probabilmente rilasciati nel momento in cui leggerete questo articolo) e d’altra parte il tool Komodo anticipava già da qualche tempo le intenzioni della software house, offrendo caratteristiche analoghe a quelle dell’editor di Visual Studio 7, con debug interattivo del Perl e supporto per XSLT (da notare che questo tool è licenziato a costo zero per uso non commerciale).

Potenzialmente, quindi, con Windows qualsiasi programmatore può avere accesso al mondo dei Web Services, anche se nella realtà pratica, come sempre, le soluzioni che verranno davvero utilizzate saranno molte meno. Cominciamo dalla prima.

Il SOAP Toolkit

Il SOAP Toolkit 2.0 è un tool che consente di realizzare Web Services in modo semplice e visuale. E’ un prodotto che si presta bene sia per scopi di studio o approfondimento, sia di utilizzo professionale. E’ pensato anche per principianti e se avete una minima familiarità con Visual Basic 6 e IIS sarete in grado di vedere in funzione il vostro primo Web Services nel giro di una decina di minuti. E’ pensato per realizzare Web Services completamente nuovi o per remotizzare quelli già esistenti senza che sia nemmeno necessario, in teoria, il relativo sorgente. Nella realtà pratica, però, si rende necessaria quasi sicuramente qualche modifica o, meglio ancora, la scrittura di un componente wrapper da esporre tramite i metodi SOAP.

Il toolkit è disponibile presso il sito MSDN (msdn.microsoft.com): il download, gratuito, pesa circa 1MB e contiene tutto quello che vi serve per realizzare un Web Service, mentre gli esempi d’uso sono disponibili con un download separato; pensato per il Visual Basic, è utilizzabile in qualunque contesto. Con la nuova versione sono stati effettuati numerosi cambiamenti che lo rendono incompatibile con le precedenti; in particolare, ora supporta completamente il WSDL (Web Services Description Language) e la specifica SOAP 1.1. Inoltre si tratta di un prodotto completamente supportato da Microsoft, mentre le versioni precedenti erano state rilasciate come sample, quindi senza supporto. L’implementazione degli standard SOAP e WSDL è completamente nuova rispetto alle precedenti, e la necessaria migrazione non dovrebbe essere molto difficoltosa: nella maggior parte dei casi sarà sufficiente generare un nuovo file WSDL al posto dei vecchi SDL. Viceversa, l’interfaccia low-level ROPE non esiste più, e le relative parti di codice sono da riscrivere usando i nuovi oggetti, ma non ci sono altre avvertenze.

D’altra parte il tool ha avuto un notevole successo da subito, ma deve essere stato usato soprattutto in contesti sperimentali, piuttosto che in ambienti realmente produttivi; pertanto, si giustifica la discreta incompatibilità tra le varie versioni. Anzi, vorrei segnalare la presenza di un gran numero di articoli che fanno ancora riferimento alle vecchie interfacce; quindi, assicuratevi sempre di controllare a quale versione si riferisce la letteratura, rispetto a quella istallata nel vostro computer.

Attualmente gli oggetti SOAP client e server sono supportati dalle seguenti piattaforme:

client di oggetti SOAP su Windows 98, Windows ME, Windows NT 4.0 Service Pack 6 e Windows 2000 Service Pack 1 o successive;

oggetti SOAP lato server su Windows 2000 or Windows NT 4.0 Service Pack 6 o successive;

in entrambi i casi è richiesto Internet Explorer 5.0 o 5.5, o versione successiva (comunque il SOAP Toolkit 2.0 installa il componente MSXML 3.0 SP1).

Il SOAP Setup wizard (soaptoolkit20.exe) installa sia i file necessari per sviluppare componenti, sia quelli per supportarne l’installazione. In particolare il runtime è in C:\Program Files\Common Files\MSSoap, mentre i file necessari per lo sviluppo sono in C:\Program Files\MSSoap.

La creazione di un componente SOAP, a partire da un componente COM già funzionante, si risolve nella creazione di un’applicazione IIS con un certo numero di settaggi che consentono di esporre l’interfaccia del componente, o parte di essa. Ciò può avvenire tramite una pagina ASP, o in alternativa tramite un listener ISAPI, ma tutto questo lavoro viene svolto dietro le quinte da un wizard che esegue tutte le operazioni evitando che si deva scrivere anche una sola riga di codice. I passi principali del wizard possono essere riassunti come segue, ma basta usarlo un paio di volte per avere la piena familiarità con lo strumento:

1. selezione del componente COM da esporre tramite SOAP;

2. scelta delle classi e dei membri da esportare;

3. scelta del server e del tipo di listener;

4. formato dei file e posizione del loro salvataggio.

.NET

A differenza di quanto accade nel caso precedente, con .NET lo sviluppo avviene da zero e non è necessario disporre di un componente già funzionante. Piuttosto che descrivere ulteriormente le caratteristiche di questo tool (servirebbe più di un articolo), proveremo direttamente a realizzare un servizio che implementa quattro metodi, le quattro operazioni.

Vista la semplicità del compito, la realizzazione del servizio sarà effettuata sia in Basic che in C#. Inoltre verranno creati sia un componente proxy che il client stesso (solo C#). Insomma vedremo il ciclo completo di realizzazione e utilizzo di un Web Service.

Visual Studio non si occupa solo di rendere possibili tutte le fasi dello sviluppo (editing, debugging, compilazione), ma predispone, tramite IIS, tutta l’interfaccia Web che consente di testare il componente. A differenza del SOAP Toolkit, il cui obbiettivo è quello di remotizzare componenti esistenti, le problematiche di tipo distribuito si pongono fin dall’inizio e questo aiuta a strutturare il componente in modo più corretto. E’ inutile dire che anche in questo caso le varie procedure sono molto semplificate, e in qualche minuto avrete il Web Service ‘up and running’. Ovviamente la prima cosa da fare è quella di creare un nuovo progetto.

In C#, selezionare nel menù principale File, Nuovo Progetto e nella successiva finestra di dialogo fare clic nella lista “Project type” su “Visual C# Projects” e nella lista “Templates” su “ASP.NET Web service”.

In Visual Basic, selezionare nel menù principale File, Nuovo Progetto e nella successiva finestra di dialogo fare clic nella lista “Project type” su “Visual Basic Projects” e nella lista “Templates” su “ASP.NET Web service”.

In entrambi i casi il nome del progetto (casella Name) diviene il nome di una cartella virtuale nel Web server specificato nella casella Location. Evidentemente il Web server deve essere appositamente configurato tramite l’installazione dei componenti del framework .NET e deve essere raggiungibile tramite le credenziali dell’utente di Visual Studio. Per semplificare le cose, confido nel fatto che utilizziate Windows 2000 (oppure XP) con IIS in locale, e pertanto la configurazione dell’ambiente sia già stata eseguita dall’installazione di Visual Studio. Se non è così, potrebbe succedere che qualcosa non funzioni…

A questo punto non resta che implementare i vari metodi e poiché non penso di dovermi dilungare sui dettagli di questa realizzazione, la riporto direttamente:

In C#:

[WebMethod]

public double Somma(double a, double b)

{

return a + b;

}

[WebMethod]

public double Sottrazione(double a, double b)

{

return a – b;

}

[WebMethod]

public double Moltiplicazione(double a, double b)

{

return a * b;

}

[WebMethod]

public double Divisione(double a, double b)

{

double tempValue = 0;

if ( b != 0 )

{

tempValue = a / b;

}

return tempValue;

}

Mentre in Visual Basic:

Public Function Somma(ByVal a As Double, ByVal b As Double) As Double

Somma = a + b

End Function

Public Function Sottrazione(ByVal a As Double, ByVal b As Double) As Double

Sottrazione = a – b

End Function

Public Function Moltiplicazione(ByVal a As Double, ByVal b As Double) As Double

Moltiplicazione = a * b

End Function

Public Function Divisione(ByVal a As Double, ByVal b As Double) As Double

If b <> 0 Then

Divisione = a / b

End If

End Function

Fin qui non ci sarebbe davvero nulla di particolare, se non fosse che… abbiamo già finito. Infatti dopo aver effettuato il build della nostra soluzione (CTRL+SHIFT+B), è possibile aprire il browser all’indirizzo http://localhost/nome_progetto (in questo caso http://localhost/vbWebService) per ottenere una pagina di presentazione del servizio, con link che consentono di testare direttamente il funzionamento di tutti i metodi. Nulla di magico, questo lavoro poteva essere fatto tranquillamente a mano (magari col Notepad), ma il risparmio di tempo è sicuramente notevole e lo sviluppatore può concentrarsi sulla parte più interessante del suo lavoro.

Come immaginate, il servizio è già disponibile all’esterno se il computer è collegato alla rete con un indirizzo pubblico; in questo caso un client si può collegare da qualsiasi parte del mondo (a seconda delle impostazioni di security) e istanziare il nostro componente sia tramite il protocollo HTTP (metodi GET e POST) sia tramite SOAP. In particolare questo è quello che si vede con telnet (localhost, porta 80, la prima riga contiene il comando):

GET /vbWebService/Service1.asmx/Somma?a=2&b=3

HTTP/1.1 200 OK

Server: Microsoft-IIS/5.0

Date: Fri, 12 Jan 2001 17:44:02 GMT

Cache-Control: private, max-age=0

Content-Type: text/xml; charset=utf-8

Content-Length: 86

La stessa cosa, ovviamente, si poteva fare con un browser digitando nella barra dell’indirizzo il comando:

http:// localhost/vbWebService/Service1.asmx/Somma?a=2&b=3

anche se nella maggior parte dei casi l’obbiettivo sarà quello di creare un client vero e proprio. A questo punto, anche per non appesantire troppo la trattazione, procederemo solo in linguaggio C#, visto che la creazione di un client in Visual Basic è assolutamente analoga.

Creazione del client

Per interagire col servizio appena realizzato (Operazioni) è necessario creare una classe di interfaccia, detta proxy. Questa classe verrà istanziata dal client, che in tal modo sarà in grado di richiamare le funzioni del componente remoto come si trattasse di un componente locale, incluso l’elenco dei membri automatico nell’editor. Sebbene la creazione di una simile classe sia del tutto possibile, si tratta di una compito laborioso e ripetitivo ed esiste un tool che, manco a dirlo, fa tutto automaticamente. Funziona dalla riga di comando e deve essere utilizzato dal Visual Studio Command Prompt, piuttosto che dalla finestra console standard. Per farla breve (la prima riga contiene il comando):

D:\>wsdl.exe http://localhost/csWebService/Service1.asmx?wsdl

Microsoft (R) Web Services Description Language Utility

[Microsoft (R) .NET Framework, Version 1.0.2914.16]

Copyright (C) Microsoft Corp. 1998-2001. All rights reserved.

Writing file ‘D:\Operazioni.cs’.

Su questo non mi dilungo in spiegazioni, poiché basta dare il comando senza parametri, per avere tutte le informazioni che servono; ricordo solo che, tramite apposito switch, è possibile generare la classe proxy in qualunque linguaggio, e questo vi consentirà di creare rapidamente il proxy che fa per voi. E’ da notare come il file generato da wsdl.exe supporti sia il funzionamento sincrono che asincrono, e per ciascun metodo viene creata anche la coppia BeginMetodo() e EndMetodo().

Questa caratteristica ha una certa importanza, dato che l’applicazione client non può essere certa che i metodi richiamati dal proxy siano effettivamente sempre disponibili, visto che il client è remoto e possono esserci disturbi nella comunicazione. Una volta che si dispone della classe proxy, il passo successivo è quello di creare una DLL (è sufficiente creare un nuovo progetto di tipo Class Library, aggiungere la reference a System.Web.Service, incollare il codice generato nel passo precedente e compilare; nel mio caso ho chiamato questa libreria ProxyOperazioni).

Finalmente si può affrontare il client vero e proprio, e per semplicità lo realizzeremo sotto forma di applicazione console. Una volta creato il nuovo progetto, questa volta di tipo Console Application, basta aggiungere una reference alla libreria che avete appena creato (ProxyOperazioni), ed un’altra a System.Web.Service. Il codice, semplicissimo, è il seguente:

using System;

namespace ClientOperazioni

{

class Class1

{

static void Main()

{

double a = 2;

double b = 3;

ProxyOperazioni.Operazioni calcola = new ProxyOperazioni.Operazioni();

Console.WriteLine (‘{0} + {1} = {2}’, a, b, calcola.Somma(a, b));

}

}

}

Eseguendo questo programma si ottiene il prevedibile output:

2 + 3 = 5

Press any key to continue

esattamente come immaginato.


Dic 27 2012

Tecnologie Innovative: Guerra Elettronica (Protezione)

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


La guerra elettronica o Electronic Warfare (EW) consiste nell’utilizzo di vari sistemi d’arma con lo scopo di impedire l’utilizzo efficace dello spettro elettromagnetico al nemico.
La moderne tecniche di guerra elettronica si suddividono in tre componenti principali:

• Electronic Attack;
• Electronic Protection;
• Electronic Support;

L’Electronic Attack (EA) o con precedente terminologia ECM, Electronic Countermeasures, consiste nell’uso attivo o passivo dello stesso spettro elettromagnetico per impedirne l’uso all’avversario. Si suddivide quindi in:

• Active EA:
o disturbo (detto jamming);
o inganno;
o saturazione;
o electromagnetic pulse o EMP;

• Passive EA;
o cortine di disturbo (chaff);
o ingannatori trainati (towed decoy);
o riflettori radar;
o ingannatori volanti (decoy);
o Tecnologia stealth [nota 1];
Molte moderne tecnologie EA sono considerate informazioni ai più alti livello di classifica di sicurezza militare.

La Electronic Protection (EP) o con precedente terminologia ECCM, Electronic Counter Countermeasures e EPM Electronic Protective Measures, comprende tutte le attività mirate a rendere le EA nemiche meno efficaci attraverso tecniche di protezione, addestramento o adozione di accorgimenti nei riguardi del proprio personale, delle installazioni, degli equipaggiamenti o degli obiettivi.

La EP può essere implementata per evitare che le forze amiche siano affette dalle loro stesse EA. Anche in questo caso effettuiamo una suddivisione tra:

• Active EP che comprendono l’adozione di modifiche tecniche agli apparati trasmittenti come, per esempio, il salto di frequenza o frequency-hopping e l’adozione di trasmissioni a banda larga, oppure le trasmissioni accelerate, nelle quali il messaggio viene compresso ed inviato, normalmente ad un satellite, a velocità ultra alta. Ancora, i trasmettitori, sia per fonia che per dati, vengono limitati in potenza e, quando possibile, resi fortemente direttivi in modo da ridurne l’intercettabilità;

• Passive EP include attività quali l’addestramento degli operatori (restrizioni e controllo dell’uso dei sistemi di comunicazione e radar) e adattamento e modifica delle tattiche e operazioni sul campo di battaglia. Questo anche perché, con la triangolazione, è estremamente semplice rilevare la posizione del trasmettitore e renderlo bersaglio di artiglieria o missili guidati da emettitori di segnale come lo HARM (High speed Anti Radiation Missile) o l’ALARM, usato anche dai Tornado dell’Aeronautica Militare Italiana. A terra, pertanto si usa posizionare i grossi trasmettitori lontano dal posto di comando o trasmettere con la potenza minima consentita dall’apparecchio, mentre in volo o in acqua, l’unica scelta è usare radar e radio con molta parsimonia.

L’Electronic Support (ES) o con precedente terminologia ESM, Electronic Support Measures , consiste nell’uso passivo dello spettro elettromagnetico con lo scopo di effettuare spionaggio in campo avverso per rilevare, identificare, localizzare e interpretare le potenziali minacce o i bersagli.

Le informazioni raccolte possono essere usate per generare:

• richieste di fuoco di artiglieria o di supporto di fuoco aereo (missioni wild weasel) per movimentare truppe amiche verso una località specifica o obiettivo del campo di battaglia;

• come 33 per successive attività di EA o EP.

Le EA possono essere scoperte dall’avversario, in quanto basate su trasmissioni di segnali radio. Le ES, al contrario, possono essere condotte in modalità completamente passiva e non rilevabile dagli avversari.
Le attività ES si basano molto sulle tecniche di spionaggio definite SIGINT, continuamente poste in essere dalla maggior parte delle nazioni del mondo e mirate ad acquisire informazioni segrete sulle tattiche e sugli equipaggiamenti elettronici utilizzati dalle altre nazioni.

[nota 1]
La tecnologia Stealth è l’insieme di accorgimenti, di varia natura (tattica, tecnica e tecnologica), che permettono di diminuire la propria evidenza all’osservazione da parte nemica. Più che una scienza precisa, si tratta di una vera e propria ‘filosofia’, perché essa è in genere posta al di sopra della tecnologia, che viene applicata per concretizzare il senso del concetto, essenzialmente tattico, d’essere visti il meno possibile per non soccombere alla reazione di eventuali nemici. Il concetto di ‘bassa osservabilità’ viene studiato in maniera empirica, da quando si è scoperto che usare colori di un certo tipo rende possibile nascondersi e dissimularsi con l’ambiente circostante. In natura, la mimetizzazione è la 33 di questa filosofia di sopravvivenza, spesso usata anche per compiti offensivi.


Dic 27 2012

Simulazioni con HLA (High Level Architecture)

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


La simulazione ci permette di imitare la realtà; tuttavia costruire un simulatore non è affatto una operazione semplice. Infatti, possiamo immaginare facilmente quanto complicato sia il sistema di informazioni che considera un comandante che si trova ad affrontare un’attività in un territorio che non conosce e contro una serie di minacce imprevedibili. Sicuramente “non conoscenza” ed “imprevedibilità” sono termini che ben si legano al concetto di evento stocastico. Di qui si capisce che laddove si dovesse presentare una situazione in cui fosse richiesto di effettuare una scelta in 23 all’analisi di vari parametri la soluzione potrebbe essere molto complicata.

Uno strumento importante utilizzato per costruire simulazioni in ambito militare è HLA (acronimo di High Level Architecture) che è una struttura standard che supporta simulazioni che constano di differenti componenti. La tecnologia HLA è stata sviluppata dal DMSO ( acronimo di Defense Modeling and Simulation Office degli USA) per soddisfare le necessità di progetti relativi alla difesa come simulazioni di F-16, sommergibili, carri armati, portaerei e quant’altro.

Per dar luogo ad una simulazione complessa occorre realizzare una aggregazione di più simulazioni semplici. Queste ultime, molto spesso, hanno bisogno di essere riadattate o ricodificate al fine di affiancarle tra loro per farle operare in un contesto interconnesso ed interoperabile. Inoltre, oggi sempre più si richiedono soluzioni che siano scalabili, al fine di rispondere a requisiti su scale diverse, e modulari al fine di una più facile integrazione, espansibilità e manutenzione del sistema. Data la precedente affermazione occorre che le simulazioni abbiano due proprietà prioritarie:

• Riuso: la simulazione deve poter essere usata per qualsiasi campo/scenario/contesto di applicazione senza la necessità di andare a riscrivere il codice;
• Interoperabilità: la simulazione deve essere creata in modo da avere già una predisposizione ad interagire con le altre.

Caratteristiche HLA

Quando una simulazione è implementata come parte di una simulazione HLA (HLA compliant), è chiamata federato.
Le simulazioni HLA che sono composte da due o più federati sono chiamate federazioni.
Le simulazioni che usano HLA sono modulari e permettono ai federati di partecipare o rinunciare alla federazione man mano che la simulazione è eseguita. In HLA, i differenti tipi di oggetti fisici che sono simulati sono rappresentati come classi (ad es. aeromobili), le classi possono essere ulteriormente divise in sottoclassi (ad es. da ricognizione, da trasporto, da guerra), le istanze specifiche di una classe sono gli oggetti della classe (ad es. l’ aereo della marina, l’aereo dell’aeronautica etc.). I dati che descrivono un oggetto simulato sono chiamati attributi dell’oggetto, ed il set completo di attributi di un oggetto definisce lo stato di un oggetto. Un programma che simula una o più classi di oggetti è chiamato federato, vari federati che “vengono computazionalmente eseguiti” su una o più macchine differenti possono aderire in un sistema di simulazioni, chiamato federazione.

La descrizione delle classi di un federato, oggetti ed attributi, è contenuta nel SOM (Simulation Object Model) e se queste informazioni sono scambiate tra federati devono apparire anche nel FOM (Federation Object Model) e nei FED (Federation Execution Data) files.
L’RTI (acronimo di Run Time Infrastructure) è un componente software che fornisce i servizi software che sono necessari per supportare una simulazione HLA (similmente ad un sistema operativo).


Dic 27 2012

Mail PassView. Recuperare le password degli account di posta

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


Molto spesso mi sono trovato a fare assistenza ad utenti che dovendo formattare il PC non ricordavano più le password configurete nei client di posta (per esempio Outlook Express, IncrediMail, Mozilla Thunderbird) installati sul PC…oppure volevano recuperare la password per poter accedere direttamente via web (webemail).
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Dic 27 2012

Nuovi moduli di acquisizione dati wireless ed Ethernet

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


I nuovi moduli combinano canali digitali di I/O a elevata tensione e comunicazione IEEE 802.11b/g (Wi-Fi) o Ethernet per il controllo e il monitoraggio remoto di attuatori quali pompe, valvole e relay.

I nuovi dispositivi prendono le mosse dalla famiglia di prodotti Wi-Fi ed Ethernet DAQ, la quale offre 10 dispositivi dotati di condizionamento del segnale e connettività diretta ai sensori per misure elettriche, fisiche, meccaniche e acustiche. I dispositivi Wi-Fi DAQ di National Instruments riducono il costo del cablaggio e incrementano la flessibilità del sistema senza sminuire le prestazioni di una soluzione cablata. Nel caso di integrazione su una rete aziendale, è possibile connettere i dispositivi NI Wi-Fi DAQ a un PC host mediante architettura IEEE 802.11i, nota come WPA2, lo standard commerciale più elevato per la sicurezza di rete. I dispositivi NI Ethernet DAQ consentono di effettuare operazioni di misura distribuite a distanze di 100 metri per connettere qualsiasi computer alla rete.

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Dic 27 2012

Convertire i file 3GP (filmati da telefonino) in AVI (o in FLV, flash)

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


Scaricando i video fatti con molti telefonino sul proprio PC ci rendiamo conto che nel caso mancano dei codec, il nostro povero windows media player non riesce a leggere tale fornamto, ovvero il .3gp
Le strade da seguire possono essere tre:
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Dic 27 2012

Come determinare la focale di un obiettivo

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


Per calcolare la focale corretta dovremmo, per prima cosa, stabilire le dimensini dell’area che vogliamo andare a riprendere.
Stabiliti larghezza, altezza e distanza dall’obiettivo dell’area prescelta dovrà essere applicata la semplice formula qui sotto riportata.

Per telecamere CCD da 1/3”
Focale (mm.) = distanza dall’obiettivo (m.) x 4,8 : larghezza area (m.)

Per telecamere CCD da 1/4”
Focale (mm.) = distanza dall’obiettivo (m.) x 3,6 : larghezza area (m.)

Come determinare l’area di ripresa corretta

L’area di ripresa (campo visivo) è detterminata da ciò che si ha interesse controllare, possono essere interessanti alcuni accorgimenti quisotto riportati.Per rilevare la presenza di una personaL’altezza della persona, per risultare identificabile,non deve essere meno di 1/10 dell’area globale del monitor.Per riconoscere una personaL’altezza della persona, deve essere almeno il 50% dell’area globale del monitor.Per identificare la targa di un’automobileL’altezza del’auto, deve essere almeno il 50% dell’area globale del monitor.

Cenni informativi sui sistemi di video ripresa

Questa pagina intende spiegare i principali termini usati nelle specifiche degli obiettivi per TVCC, per aiutarvi nella scelta dei singoli prodotti.Il nostro servizio tecnico è a vostra disposizione per ulteriori chiarimenti, qualora fossero necessari.

CCD

Il sensore CCD o dispositivo a trasferimento di cariche é un registro a scorrimento analogico a stato solido, in grado di immagazzinare e trasferirepacchetti di cariche elettriche. I sensori d’immagine a stato solido generano una carica quando la luce entra nel semiconduttore fotosensibile.La carica viene fatta scorrere fino all’amplificatore di uscita sotto il controllo dei segnali di clock. Risultato di tutto ciò produrrà ilsegnale video.

Obiettivo

Lente che rifrange la luce creando un’immagine sul fronte del sensore (CCD) dove quest’ultima viene convertita in segnale video. La lunghezzafocale dell’obiettivo determina l’ampiezza della scena che può venire inquadrata ad una determinata distanza. Un obiettivo a focalevariabile é conosciuto come ZOOM. Lunghezze focali elevate corrispondono ad angoli di visione ridotti, mentre lunghezze focali brevi corrispondonoad angoli ampi. Per prevenire il sovraccarico del sistema, la telecamera dovrebbe trasformare il livello video massimo in unsegnale non superiore a 1 Vpp. Vi sono tuttavia delle circostanze in cui questo limite provocherebbe un aspetto scadente o addirittura privodi alcuna utilità dell’immagine. Specialmente di notte un piccolo proiettore (ad esempio un fanale di un autoveicolo in transito) potrebbe accecarela telecamera. Gli obiettivi con diaframma automatico ricevono un segnale dalla telecamera che regolerà l’apertura e la chiusura dellostesso in modo tale da limitare l’ingresso di luce nel sensore e quindi mantenere una ottima acquisizione dell’immagine. Gli obiettivi a diaframmaautomatico disponibili attualmente sono di 2 tipi diversi: a servomotore e galvanometrici.

Questi ultimi possono essere con amplificatore(pilotati da segnale video) o senza amplificatore (pilotati da due coppie di tensioni). Gli obiettivi a servomotore hanno la chiusura e l’aperturadel diaframma regolata da una tensione che dipende dall’intensità del segnale video ricevuto dalla telecamera. Il funzionamento deldiaframma è molto preciso ed è regolato tramite un dispositivo magnetico. Inoltre sono meno sensibili a vibrazioni ed hanno una lungadurata; di conseguenza il loro costo è più alto di quello degli equivalenti galvanometrici. Gli obiettivi galvanometrici hanno una costruzionemolto più semplice; il funzionamento del diaframma è meno preciso e tende ad essere influenzato da piccoli errori. Il loro costo è tuttavia piùbasso ed è per questo motivo che il loro uso si è molto diffuso negli ultimi tempi.Essi sono generalmente disponibili in due versioni diverse; con e senza amplificatore (chiamati anche VD video drive e DD direct drive). Gliobiettivi con amplificatore (video drive) funzionano tramite il segnale video che proviene dalla telecamere.

Possono essere riconosciuti facilmentedai tipi simili senza amplificatore in quanto la connessione è a 3 fili (video, alimentazione e massa). Il loro funzionamento può essereregolato con i potenziometri ALC e Level. Il connettore con la telecamera non viene normalmente fornito in quanto non esiste uno standarduniversale e le connessioni dipendono dalla singola marca di telecamere. Gli obiettivi senza amplificatore funzionano con due bobine: unabobina di pilotaggio (driving coil) che serve a muovere il diaframma da aperto a chiuso e viceversa e una bobina di resistenza (damping coil)che serve a contrastare il movimento del diaframma in modo da controllarne la stabilità del movimento. La connessione in questo caso è a4 fili. Il connettore può essere fornito a corredo dell’obiettivo in quanto esso è uno standard sulla maggior parte delle telecamere. Il costo diquesti obiettivi è inferiore in quanto manca al loro interno l’amplificatore che si trova nella telecamera. La maggior parte delle telecamere piùrecenti hanno un selettore (VD/DD) e sono pertanto compatibili con i due tipi di obiettivi galvanometrici.

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Dic 27 2012

Registro Pubblico delle Opposizioni

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


Il Registro Pubblico delle Opposizioni è un nuovo servizio concepito a tutela del cittadino, il cui numero è presente negli elenchi telefonici pubblici, che decide di non voler più ricevere telefonate per scopi commerciali o di ricerche di mercato e, in pari tempo, è uno strumento per rendere più competitivo, dinamico e trasparente il mercato tra gli Operatori di marketing telefonico.

Se non vuoi essere più disturbato dai Call Center, vai nell’area dedicata agli abbonati agli elenchi telefonici pubblici e comunica di non voler ricevere più telefonate.

Tutte le informazioni su www.registrodelleopposizioni.it

oppure:

Gestore l’iscrizione gratuita nel Registro Pubblico delle Opposizioni mediante cinque modalità abbonati.registrodelleopposizioni.it


Dic 27 2012

OSSERVATORIO IIASCEPP – Settore Innovazione

Category: TecnologiaAntonio @ 14:54


► La nuova Jaguar XK Coupè monta un modulo di protezione dei pedoni: l’ultima nata della casa giaguaro nasconde un segreto sotto il suo cofano: si tratta del PDBS (Pyrotechnic Pedestrian Deployable Bonnet System), un sistema rivoluzionario che, in caso di impatto con un pedone, in soli 30 millisecondi crea una sorta di “effetto cuscino” sollevando il cofano ed attenuando l’impatto del corpo con lo stesso.

► (Fe)tac e raggi x per scoprire la droga nel corpo: Priscilla Flach, radiologo presso l’ospedale universitario di Berna ed il centro di Imaging forense dell’università di Berna, hanno sviluppato delle applicazioni che mostrano come sia possibile rilevare la presenza di pacchetti di droga nascosti nel corpo attraverso l’analisi di immagini provenienti da scansioni di tomografia computerizzata o tac.

► Tesla Touch: i Touch Screen interattivi: La nostra confidenza nell’uso dei touch screens è aumentata notevolmente, ma cosa accadrebbe se essi non solo rispondessero ai nostri comandi manuali ma addirittura ci dessero la sensazione di toccare effettivamente gli oggetti?Tesla Touch, una tecnologia sviluppata dalla squadra di Ricerca Disney alla Carnegie Mellon University, è in grado di fornire un’ampia varietà di sensazioni tattili come tessiture, frizione e vibrazione, etc.

► Un vetro più duro del’acciaio: I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory e del California Institute of Technology hanno messo a punto un nuovo tipo di vetro, costituito da una microlega metallica di palladio con fosforo, silicio, germanio ed argento, che ha mostrato una resistenza agli impatti superiore a ogni altri tipo di materiale conosciuto. La componente più innovativa di tale materiale consiste nel rendere il vetro plastico e, di conseguenza, in gradi di reagire agli stress piegandosi senza spezzarsi. Ancora in fase di sperimentazione, una probabile applicazione futura sarà per l’elettronica di consumo per la produzione di schermi resistenti ad urti e graffi.

►Macchine da guerra invisibili: Nell’arco di pochi anni l’Inghilterra potrebbe produrre carrarmati invisibili; tale affermazione sembrerebbe trarre spunto da un racconto di Harry Potter piuttosto che dalla realtà, eppure la BAE Sysetms, contractor per il Ministero della Difesa britannico, sta lavorando su una tecnologia innovativa che utilizza un sistema di display in grado di riprodurre le immagini catturate dalla telecamere presenti sui lati del veicolo, così da fondere il veicolo stesso con lo scenario di sfondo. Le immagini di riferimento vengono aggiornate costantemente e, grazie ad un sistema di display chiamato eCamouflage, il veicolo apparirà fuso con lo sfondo grazie ad un effetto di Optical Camouflage.

► Uno specchio misurerà la temperatura del corpo: Lo specchio del futuro manderà in pensione il tradizionale termometro: ne è convinto il gigante dell’elettronica giapponese Nec, che ha lanciato un nuovo congegno in grado di misurare la temperatura corporea dal semplice riflesso delle immagini. Il dispositivo, battezzato ‘Thermo Mirror’, si presenta come un comune specchio da tavolo, e ospita al suo interno lo stesso tipo di sensori termografici a infrarossi usati negli aeroporti per evidenziare segni di febbre nei passeggeri in arrivo.

► Ecco le piante anti-bomba: Dopo i cani, usati abitualmente, e i topi, oggetto di alcune sperimentazioni, anche le piante potrebbero essere ‘addestrate’ a rivelare la presenza di esplosivi. Lo afferma uno studio pubblicato su Plos One, in cui vengono descritte piante Ogm realizzate dalla Colorado State University che cambiano colore in presenza di Tnt. I ricercatori hanno aggiunto alle foglie una proteina che in presenza di Tnt fa defluire la clorofilla dalle cellule, provocando l”impallidimento’ della pianta.

► Femore artificiale che cresce insieme al bambino: In seguito ad un intervento, eseguito da un’equipe di ortopedici e chirurghi vascolari al policlinico Gemelli di Roma e durato 5 ore, è stata impiantata con successo una protesi in titanio, realizzata su misura e dotata di un dispositivo elettronico miniaturizzato, su un bambino di 11 anni. La protesi, chiamata ‘Mutars Xpand’, consente l’allungamento meccanico non invasivo dell’arto attraverso un dispositivo elettronico miniaturizzato, chiamato “attuatore”, interno alla protesi e attivato tramite un ricevitore sottocutaneo da un’unità di controllo esterna gestita dal medico o dallo stesso paziente.

Dieci piccoli grandi oggetti che ci hanno cambiato la vita in questo decennio[1]

A ben riflettere molte delle azioni che ciascuno di noi fa quotidianamente coinvolgono l’utilizzo di oggetti di cui, fino a non molto tempo fa, non si disponeva. Tali oggetti hanno migliorato il nostro quotidiano; il loro utilizzo ad oggi ci appare scontato, tanto che difficilmente riusciremmo a farne a meno. Ve la immaginate una gita fuori porta senza navigatore? Gli album di famiglia su carta non esistono più, le nostre foto ora sono appese nelle bacheche online o vivono nelle chiavette Usb. I panni stesi sui fili all’aria stanno scomparendo, le asciugatrici lo fanno meglio. Con il climatizzatore caldo, afa, umidità restano un lontano ricordo in ufficio ed in casa. E come vivere senza username e password? Impossibile. Ecco l’elenco dei dieci oggetti che, negli ultimi dieci anni, hanno migliorato il nostro quotidiano.

Macchina fotografica digitale

Niente più regolazioni complicate e lunghe con frequenti errori di esposizione e calcoli sbagliati ma un vero e proprio computer che riesce a fotografare con ottimi risultati. Le ultime versioni mandano via WiFi o Bluetooth e senza dover usare pc le foto o brevi filmati ad amici tramite e-mail, social network e blog file di foto anche molto pesanti. E’ possibile anche archiviare, senza appesantire la memoria della macchina, sino a 2 giga di dati. Si possono vedere subito le immagini sul monitor, sul pc o sulla cornicetta digitale. Per chi vuole pesi leggeri sono in vendita modelli con ingombri estremamente limitati. Da 150 a 400 euro secondo le prestazioni e i servizi.

Usb archiviazione dati e Usb Internet

Al posto dei Cd e dei Cd-Rom ormai si usano le nuove memorie di massa, le chiavette o Usb; dalle primissime che archiviavano 5-700 MB di dati e poche immagini sino agli ultimi modelli da 2-4 GB molto performanti, dalle forme più strane e da pochi euro , la scelta per fare un regalo divertente senza spendere troppo è molto ampia. E se si desidera difendere i dati esistono chiavette criptabili con password. Le nuovissime Internet Key consentono di navigare con un abbonamento ad alta velocità con il notebook, utilizzando la rete dei cellulari. Abbonamenti da 8 a 50 euro in 94 al tempo e alla quantità di dati sono a buon prezzo.

Smartphone

Non è stato il primo in ordine di tempo ma è lo smartphone per eccellenza, l’iPhone di Apple che ha rivoluzionato l’interfaccia di dialogo e manovra delle funzioni con il display touch screen ed ha introdotto nella telefonia mobile la navigazione e la posta elettronica ad alta velocità. I modelli più recenti hanno numerosi ‘servizi’ (a pagamento) consentono di ascoltar musica, di fare foto (eccellenti), di sentire stazioni Fm e di avere accessi rapidi a tutte le forme di social network disponibili. Come per i pc la scelta dello smartphone dipende dal tipo di lavoro, dallo stile di vita, dalle esigenze. Hanno connettività wireless e Bluetooth. Da 80 a 500 euro con modelli molto avanzati oltre i 500 euro.

Asciugatrice

Soluzione straordinariamente efficace per qualsiasi esigenza famigliare, questo apparecchio, che prima consumava 2-2,5 Kw/h ora ha assorbimenti più che dimezzati e addirittura con la pompa di calore che taglia ulteriormente i consumi. I modelli recenti sono disponibili anche in formati ridotti per piccole famiglie, e tutte asciugano la biancheria con differenti programmi, secondo il tipo di tessuto. Alcuni modelli facendo circolare in modo soft l’aria calda riescono a ‘trattare’ con delicatezza persino le lane più difficili che solitamente soffrono il caldo soprattutto se troppo secco. Avendo dimensioni standard si possono installare a colonna sulla lavatrice. Da 500 a 1500 euro.

Climatizzatore

Con un solo apparecchio si può ripulire, rinfrescare o scaldare (con pompa di calore), deumidificare e ventilare l’aria di uno o più ambienti. Come accade per il climatizzatore dell’auto, basterà impostare la temperatura ottimale e la giusta ventilazione per ottenere un microclima domestico mantenuto automaticamente ai valori scelti. Il modello portatile serve solo in zone con periodi di caldo di breve durata; altrimenti occorre installare il climatizzatore split (con la parte esterna), molto silenzioso, con consumi decisamente contenuti se di classe A. Oltre alle versioni a parete, esistono anche a scomparsa, incassabili nel muro, da soffitto, ad angolo o a colonna, da pavimento e quasi tutti sono comandabili anche in remoto dal cellulare. Portatili: intorno ai 700 euro, fissi da 600 a 3mila secondo le potenze e le dotazioni.

Macchine del caffè con le cialde

La tradizionale macchina per caffè richiedeva il carico manuale della giusta dose di caffè ma era abbastanza complicata da pulire; e spesso la bontà della bevanda veniva compromessa o dalla mancata pulizia del filtro, del portafiltro e delle parti a contatto con la miscela o addirittura dall’impiego di miscele non adatte o da una macinatura errata. Con le nuove espresso a cialda, si ottiene sempre un caffè mediamente buono e a qualità costante e soprattutto con aromi e profumi intatti. E la macinatura, effettuata in fabbrica, consente di avere una polvere perfettamente calibrata. I prezzi sono estremamente variati: da 100 euro (al di sotto sono di bassa qualità) a 350, come i modelli che funzionano sia con cialda che con la tradizionale polvere.

Navigatore satellitare

Inventato in Europa (come il cellulare, il il bluetooth, il lettore Mp3 e Mp4) il navigatore è diventato insostituibile e ben pochi ormai guardano le tradizionali carte stradali. Ma come accade con tutti gli apparecchi digitali, il navigatore (caricabile anche via rete cellulare con nuove mappe) si è rapidamente trasformato in un centro di servizi e di prestazioni molto utili; con gli ultimi modelli si può dialogare con altri automobilisti; i comandi sono a riconoscimento vocale, le immagini anche in 3D e si viaggia spesso è possibile ricevere informazioni preziose su limiti di velocità, autovelox, condizioni del traffico in tempo reale, segnalazioni di incidenti. E infine con il sensore di prossimità evitare incidenti e urti. Da 100 a 500 euro.

Tv piatte

A lcd e al plasma (più naturali), a Led oppure oled (eccellente qualità ma ancora sperimentali) o a 3D ( i tv piatti hanno sostituito completamente quelli tradizionali a tubo; grazie ai formati sino a 50′ (oltre sono molto costosi) e grazie al formato 16/9 la visione di spettacoli e film è più coinvolgente rispetto a qualche anno fa. La rivoluzione dei flat tv è stata velocissima poiché all’inizio del 2000 costituivano ancora una minima parte delle vendita. Grazie alla qualità delle immagini, alla scelta di stazioni e alla possibilità di interagire –con nuovi decoder-con gli erogatori di servizi a pagamento, il tv oggi è il vero centro del salotto multimediale. Tanto più che i nuovi modelli consentono di navigare su alcuni siti (non tutti) e con software appositi come il Windows media Center di ‘diventare’ dei veri pc. Basta aggiungere una tastiera e un mouse senza fili per lavorare con Word o navigare senza problemi e senza fili in WiFi. 3D o no? Arrivano presto i nuovi flat tv 3D senza occhialini. Prezzi molto variabili e variati: 300-1.000 per formati dai 36′ in su e di buona qualità.

Auricolare Bluetooth

In auto è essenziale, salva da multe pesanti e dal pericolo di incidenti o manovre sbagliate ma la varietà dei modelli e dei prezzi è tale che prima di decidere occorre provare a lungo, leggere le riviste specializzate e informarsi prezzo amici già in possesso dell’auricolare. Conviene scegliere un apparecchio che costi non meno di 100 euro per avere queste prestazioni: buon audio senza ronzii (c’è anche la versione stereo), con l’astina di sostegno non facilmente sganciabile ma non troppo rigida e possibilmente ‘modellabile’, con almeno 100 ore di autonomia e compatibile con tutti i cellulari dotati di Blue3tooth. E poi se volete un fuoriclasse esistono modelli con 16 giorni di autonomia in stand by e 22 ore di conversazione.

Username e password

Non esistiamo più con il nostro nome e cognome ma quasi…solo attraverso codici di individuazione criptati come l’username e la password. Purtroppo l’astuzia dei ladri di identità è ricca di fantasia e di conseguenza i due codici personali andrebbero tenuti molto riservati e mandati a memoria. Nessuno li ha inventati ma sono usciti dalla rete, dalle società che agli inizi hanno cominciato a fornire servizi in rete con protezioni più o meno criptabili. Le password meno dimenticabili sono quelle della propria vita (data di nascita, matrimonio, laurea), le più labili sono quelle fornite obbligatoriamente dai siti per l’accesso. Se non avete fantasia e volete riscontrare l’esistenza di user name e password scelte c’è un sito, che ne elenca a migliaia. E infine per memorizzarle con buona protezione, assegnatele sul cellulare o sul pc, ad una voce non ‘elettronica’ ma a nomi di amici e parenti.

Italia degli innovatori

Il gigante cinese ci guarda, ci brama, avverte sul suo enorme corpo problemi che riteneva solo nostri. Noi reagiamo in modo contraddittorio: qualche volta ci sforziamo di non guardarlo, qualche altra ci viene la tremarella, oppure favoleggiamo d’opportunità che non conosciamo. In realtà la Cina è uno di quei terreni in cui l’Italia può veder crescere il meglio di sé, ma dove si misura anche la capacità dei nostri governi. Lo Stato può fare molto per favorire la crescita della nostra ricchezza nazionale, in un’epoca in cui si deve far calare la spesa pubblica.

I cinesi sanno benissimo che l’Italia ha preziose risorse tecnologiche, ma molti sono convinti che il loro mercato sia appetibile solo per i grandi marchi del Made in Italy, cui si rivolge l’attenzione dei nuovi ricchi e il desiderio di tutti gli altri. Loro scoprono la necessità di risparmiare energia, di vivere in città più pulite, di arricchire le fabbriche con un design che dia personalità ai prodotti, ma molti di noi li considerano solo ciabattari e contraffattori di marchi. Molti sono convinti che il modello cinese si basa tutto sul basso costo del lavoro, loro, invece, non solo puntano a far salire (significativamente) i salari, ma hanno montagne di quattrini da investire e fame di tecnologia sofisticata. In queste condizioni la Cina è il mercato ideale non solo per i pezzi grossi del nostro mercato, ma anche, e direi principalmente, per l’enorme vivaio della nostra piccola e media impresa, fin qui capace di navigare i mari aperti grazie all’innovazione, all’inventiva e all’adattabilità. Non è vero che la Cina può essere penetrata solo dai colossi, ma è vero che i più piccoli non possono andare allo sbaraglio.

Lo Stato può fare molto e in questo senso si muove la rinnovata iniziativa “L’Italia degli innovatori”. Selezionare idee e prodotti da portare lontano, avendo prima selezionato interlocutori istituzionali e industriali, quindi canali privilegiati per entrare in quel mercato. In pratica: azzerare i costi necessari alla partenza per concentrarsi su quel che si può fare. Lo Stato non sovvenziona nessuno, ma fa il suo mestiere di difensore degli interessi nazionali, e le imprese affrontano il rischio senza il sovrappiù del costo fisso prima di partire.

Leggendo il China Daily si resta con un sorriso amaro: lo sviluppo rallenta. Si dicono preoccupati. Secondo la Banca Mondiale cresceranno, nel 2011, “solo” dell’8,7%. Il 2010 lo chiudono con un più 10%. Per tre anni lo hanno abbondantemente superato. Per due sfiorato. Fare un giro delle loro aziende è istruttivo: in dieci anni sono passati dal monopattino all’aeroplano. Questa è, per i nostri imprenditori, un’opportunità da cogliere, perché le nostre competenze si situano destro la loro catena del valore. Vale per molti settori: dalla meccanica alla telematica, dal vino alla grafica. Praticamente tutto. Il governo tedesco fa avanti e indietro diverse volte l’anno, da anni. Mettiamoci al lavoro, senza chiacchiere, anche noi. Sappiamo farlo, lo abbiamo dimostrato.

In quanto ai diritti umani, capitolo irrinunciabile, meglio essere chiari: la Cina non è una democrazia perfetta (ammesso che esistano) o imperfetta, non lo è. Nelle grandi città però, gli stessi che andavano a scuola e la mattina s’inchinavano davanti al busto di Mao ora puntano ai soldi e ai consumi. Attorno alla sede dove fu fondato il partito comunista si balla e si canta, seguendo la musica occidentale, come si mangia alla cucina di tutto il mondo. L’occidentalizzazione è così impetuosa che le ragazze cercano di non sembrare cinesi. Certo, non è lo sbarco di Toqueville, ma è un miliardo di volte meglio del regime maoista. Abbiamo il dovere di non abbassare la guardia, ma anche di capire quel che succede. E a che velocità.

Si può stare dentro questo processo, cogliendone le opportunità e influenzandone lo spirito (e si può farlo, con “L’Italia degli innovatori”). Oppure ci si può rifiutare, non riuscendo a capire attraverso quale strada i cinesi siano passati dagli opifici del pratese al divenire clienti in Via Condotti o in Via Montenapoleone.

Quando anche le carte di credito diventano obsolete

E pensare che ad oggi esiste ancora una certa percentuale, seppur bassa, di persone che sono poco avvezze all’utilizzo delle carte di credito. In Italia ne sappiamo qualcosa visto che, diversamente da altri Paesi, leggasi Stati Uniti, la gran parte delle transazioni economiche avviene con il caro denaro sonante. Il trend, però, è in ribasso, spinto in giù dal crescente mercato dell’e-commerce al quale ogni azienda, piccola o grande che sia, ha dovuto aggiornarsi. Proprio tale mercato, quello dei pagamenti on-line, sembra essere in procinto di cambiare una delle sua caratteristiche principali: il mezzo con il quale effettuiamo tali pagamenti.

Con la “classica” carta di credito molti di noi effettuano operazioni anche quotidianamente; si pensi, ad esempio, ad effettuare una ricarica sulla Sim del proprio cellulare, al pagamento delle bollette relative alle utenze domestiche, a prenotare l’acquisto del biglietto del treno o dell’aereo, e così via. Ebbene dallo studio di una società statunitense si evince che, nel giro di quattro anni circa, le carte di credito appariranno ormai obsolete e potrebbero addirittura essere etichettate come “vintage”, tanto da poter essere paragonate al vecchio disco in vinile.

La CNN, nel diffondere i dati di un’inchiesta della società statunitense Aite Group, è sicura: i pagamenti attraverso smartphone avranno, negli anni a seguire, una crescita esponenziale, soppiantando de facto il tradizionale mezzo delle carte di credito. Non deve meravigliare, quindi, che molte aziende stiano già investendo molto in questo settore; in Italia, ad esempio, Poste Italiane ha avviato il progetto PosteTouch. In Francia, che è sicuramente ben oltre la fase di sperimentazione, intere città si stanno attrezzando ed è già possibile, ad oggi, acquistare biglietti e abbonamenti o leggere le informazioni dei cartelli attraverso gli smartphone.

In altri paesi, come in Francia, ci sono progetti in fase avanzata di sperimentazione dell’NFC (Near Field Communication). Tuttavia non si può affermare che, allo stato attuale, sia possibile effettuare ogni tipo di acquisto con uno smartphone: a parte pagare un caffè da Starbucks o fare shopping online su alcuni siti con un iPhone o un Blackberry, per i pagamenti generalizzati non esiste ancora un sostituto della carta di credito.

Proprio il 2011, a parere di molti, sarà l’anno in cui verrà ridefinito tutto il panorama dei pagamenti digitali, implicando in tal modo un riposizionamento dei vari player. Appaiono tuttavia un po’ avveniristiche le previsioni di Aite Group: quello dei pagamenti è un mercato importante che include la quasi totalità dei consumers e, di conseguenza, sarà necessario del tempo prima che tutti si abituino ad un nuovo strumento.

Concludendo, anche da un’analisi poco approfondita dello stato attuale, nessuno ha dubbi sul fatto che la tecnologia NFC è destinata ad assumere un ruolo centrale nel mondo del mobile banking; ciò che desta perplessità e trova in disaccordo molti riguarda il tempo necessario a tale transizione.

Guardando all’Italia, lo stesso Pierfrancesco Gaggi, segretario generale del consorzio Bancomat e responsabile Abi per le relazioni internazionali, afferma: ‘Ormai da noi le carte di plastica si sono affermate, ce ne sono in circolazione oltre 30 milioni e la gente sta imparando finalmente a utilizzarle. I pagamenti con lo smartphone rappresentano sicuramente il futuro, anche se io non credo che ci arriveremo nel giro di quattro o cinque anni. Ma, una volta che la possibilità diventerà concreta anche in Italia, io credo che si svilupperanno con più facilità rispetto alle carte di credito, con tempi più brevi: si tratta di uno strumento più avanzato, più vicino alle giovani generazioni’.

L’Associazione Bancaria Italiana al momento è in fase preparatoria, di studio e di sperimentazione: ‘Stiamo sperimentando una carta di debito contactless per i micropagamenti, che un domani potrebbe diventare una sim per lo smartphone. – spiega Gaggi – Il punto di domanda che le banche italiane si pongono, però, è su quale circuito lanciare e sviluppare questo progetto. Il circuito domestico, che avrebbe il vantaggio della conoscenza del profilo della clientela? Quello europeo in fase di avviamento? Oppure quello internazionale, Visa e Mastercard. Però, anche lì, al momento non c’è una diffusione così ampia dell’NFC’. Ecco perché, conclude Gaggi, ‘decisamente la similitudine tra le carte di credito e il vinile, riferita al 2015, sembra veramente azzardata…’.

Resta da capire fra quanto tempo sarà invece azzardato non uniformarsi alle previsioni che, ad oggi, bolliamo come avveniristiche.

di Marco Leone
continua su iiascepp.org


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