► (Fe)tac e raggi x per scoprire la droga nel corpo: Priscilla Flach, radiologo presso l’ospedale universitario di Berna ed il centro di Imaging forense dell’università di Berna, hanno sviluppato delle applicazioni che mostrano come sia possibile rilevare la presenza di pacchetti di droga nascosti nel corpo attraverso l’analisi di immagini provenienti da scansioni di tomografia computerizzata o tac.
► Tesla Touch: i Touch Screen interattivi: La nostra confidenza nell’uso dei touch screens è aumentata notevolmente, ma cosa accadrebbe se essi non solo rispondessero ai nostri comandi manuali ma addirittura ci dessero la sensazione di toccare effettivamente gli oggetti?Tesla Touch, una tecnologia sviluppata dalla squadra di Ricerca Disney alla Carnegie Mellon University, è in grado di fornire un’ampia varietà di sensazioni tattili come tessiture, frizione e vibrazione, etc.
► Un vetro più duro del’acciaio: I ricercatori del Lawrence Berkeley National Laboratory e del California Institute of Technology hanno messo a punto un nuovo tipo di vetro, costituito da una microlega metallica di palladio con fosforo, silicio, germanio ed argento, che ha mostrato una resistenza agli impatti superiore a ogni altri tipo di materiale conosciuto. La componente più innovativa di tale materiale consiste nel rendere il vetro plastico e, di conseguenza, in gradi di reagire agli stress piegandosi senza spezzarsi. Ancora in fase di sperimentazione, una probabile applicazione futura sarà per l’elettronica di consumo per la produzione di schermi resistenti ad urti e graffi.
►Macchine da guerra invisibili: Nell’arco di pochi anni l’Inghilterra potrebbe produrre carrarmati invisibili; tale affermazione sembrerebbe trarre spunto da un racconto di Harry Potter piuttosto che dalla realtà, eppure la BAE Sysetms, contractor per il Ministero della Difesa britannico, sta lavorando su una tecnologia innovativa che utilizza un sistema di display in grado di riprodurre le immagini catturate dalla telecamere presenti sui lati del veicolo, così da fondere il veicolo stesso con lo scenario di sfondo. Le immagini di riferimento vengono aggiornate costantemente e, grazie ad un sistema di display chiamato eCamouflage, il veicolo apparirà fuso con lo sfondo grazie ad un effetto di Optical Camouflage.
► Uno specchio misurerà la temperatura del corpo: Lo specchio del futuro manderà in pensione il tradizionale termometro: ne è convinto il gigante dell’elettronica giapponese Nec, che ha lanciato un nuovo congegno in grado di misurare la temperatura corporea dal semplice riflesso delle immagini. Il dispositivo, battezzato ‘Thermo Mirror’, si presenta come un comune specchio da tavolo, e ospita al suo interno lo stesso tipo di sensori termografici a infrarossi usati negli aeroporti per evidenziare segni di febbre nei passeggeri in arrivo.
► Ecco le piante anti-bomba: Dopo i cani, usati abitualmente, e i topi, oggetto di alcune sperimentazioni, anche le piante potrebbero essere ‘addestrate’ a rivelare la presenza di esplosivi. Lo afferma uno studio pubblicato su Plos One, in cui vengono descritte piante Ogm realizzate dalla Colorado State University che cambiano colore in presenza di Tnt. I ricercatori hanno aggiunto alle foglie una proteina che in presenza di Tnt fa defluire la clorofilla dalle cellule, provocando l”impallidimento’ della pianta.
► Femore artificiale che cresce insieme al bambino: In seguito ad un intervento, eseguito da un’equipe di ortopedici e chirurghi vascolari al policlinico Gemelli di Roma e durato 5 ore, è stata impiantata con successo una protesi in titanio, realizzata su misura e dotata di un dispositivo elettronico miniaturizzato, su un bambino di 11 anni. La protesi, chiamata ‘Mutars Xpand’, consente l’allungamento meccanico non invasivo dell’arto attraverso un dispositivo elettronico miniaturizzato, chiamato “attuatore”, interno alla protesi e attivato tramite un ricevitore sottocutaneo da un’unità di controllo esterna gestita dal medico o dallo stesso paziente.
Dieci piccoli grandi oggetti che ci hanno cambiato la vita in questo decennio[1]
A ben riflettere molte delle azioni che ciascuno di noi fa quotidianamente coinvolgono l’utilizzo di oggetti di cui, fino a non molto tempo fa, non si disponeva. Tali oggetti hanno migliorato il nostro quotidiano; il loro utilizzo ad oggi ci appare scontato, tanto che difficilmente riusciremmo a farne a meno. Ve la immaginate una gita fuori porta senza navigatore? Gli album di famiglia su carta non esistono più, le nostre foto ora sono appese nelle bacheche online o vivono nelle chiavette Usb. I panni stesi sui fili all’aria stanno scomparendo, le asciugatrici lo fanno meglio. Con il climatizzatore caldo, afa, umidità restano un lontano ricordo in ufficio ed in casa. E come vivere senza username e password? Impossibile. Ecco l’elenco dei dieci oggetti che, negli ultimi dieci anni, hanno migliorato il nostro quotidiano.
Macchina fotografica digitale
Niente più regolazioni complicate e lunghe con frequenti errori di esposizione e calcoli sbagliati ma un vero e proprio computer che riesce a fotografare con ottimi risultati. Le ultime versioni mandano via WiFi o Bluetooth e senza dover usare pc le foto o brevi filmati ad amici tramite e-mail, social network e blog file di foto anche molto pesanti. E’ possibile anche archiviare, senza appesantire la memoria della macchina, sino a 2 giga di dati. Si possono vedere subito le immagini sul monitor, sul pc o sulla cornicetta digitale. Per chi vuole pesi leggeri sono in vendita modelli con ingombri estremamente limitati. Da 150 a 400 euro secondo le prestazioni e i servizi.
Usb archiviazione dati e Usb Internet
Al posto dei Cd e dei Cd-Rom ormai si usano le nuove memorie di massa, le chiavette o Usb; dalle primissime che archiviavano 5-700 MB di dati e poche immagini sino agli ultimi modelli da 2-4 GB molto performanti, dalle forme più strane e da pochi euro , la scelta per fare un regalo divertente senza spendere troppo è molto ampia. E se si desidera difendere i dati esistono chiavette criptabili con password. Le nuovissime Internet Key consentono di navigare con un abbonamento ad alta velocità con il notebook, utilizzando la rete dei cellulari. Abbonamenti da 8 a 50 euro in 94 al tempo e alla quantità di dati sono a buon prezzo.
Smartphone
Non è stato il primo in ordine di tempo ma è lo smartphone per eccellenza, l’iPhone di Apple che ha rivoluzionato l’interfaccia di dialogo e manovra delle funzioni con il display touch screen ed ha introdotto nella telefonia mobile la navigazione e la posta elettronica ad alta velocità. I modelli più recenti hanno numerosi ‘servizi’ (a pagamento) consentono di ascoltar musica, di fare foto (eccellenti), di sentire stazioni Fm e di avere accessi rapidi a tutte le forme di social network disponibili. Come per i pc la scelta dello smartphone dipende dal tipo di lavoro, dallo stile di vita, dalle esigenze. Hanno connettività wireless e Bluetooth. Da 80 a 500 euro con modelli molto avanzati oltre i 500 euro.
Asciugatrice
Soluzione straordinariamente efficace per qualsiasi esigenza famigliare, questo apparecchio, che prima consumava 2-2,5 Kw/h ora ha assorbimenti più che dimezzati e addirittura con la pompa di calore che taglia ulteriormente i consumi. I modelli recenti sono disponibili anche in formati ridotti per piccole famiglie, e tutte asciugano la biancheria con differenti programmi, secondo il tipo di tessuto. Alcuni modelli facendo circolare in modo soft l’aria calda riescono a ‘trattare’ con delicatezza persino le lane più difficili che solitamente soffrono il caldo soprattutto se troppo secco. Avendo dimensioni standard si possono installare a colonna sulla lavatrice. Da 500 a 1500 euro.
Climatizzatore
Con un solo apparecchio si può ripulire, rinfrescare o scaldare (con pompa di calore), deumidificare e ventilare l’aria di uno o più ambienti. Come accade per il climatizzatore dell’auto, basterà impostare la temperatura ottimale e la giusta ventilazione per ottenere un microclima domestico mantenuto automaticamente ai valori scelti. Il modello portatile serve solo in zone con periodi di caldo di breve durata; altrimenti occorre installare il climatizzatore split (con la parte esterna), molto silenzioso, con consumi decisamente contenuti se di classe A. Oltre alle versioni a parete, esistono anche a scomparsa, incassabili nel muro, da soffitto, ad angolo o a colonna, da pavimento e quasi tutti sono comandabili anche in remoto dal cellulare. Portatili: intorno ai 700 euro, fissi da 600 a 3mila secondo le potenze e le dotazioni.
Macchine del caffè con le cialde
La tradizionale macchina per caffè richiedeva il carico manuale della giusta dose di caffè ma era abbastanza complicata da pulire; e spesso la bontà della bevanda veniva compromessa o dalla mancata pulizia del filtro, del portafiltro e delle parti a contatto con la miscela o addirittura dall’impiego di miscele non adatte o da una macinatura errata. Con le nuove espresso a cialda, si ottiene sempre un caffè mediamente buono e a qualità costante e soprattutto con aromi e profumi intatti. E la macinatura, effettuata in fabbrica, consente di avere una polvere perfettamente calibrata. I prezzi sono estremamente variati: da 100 euro (al di sotto sono di bassa qualità) a 350, come i modelli che funzionano sia con cialda che con la tradizionale polvere.
Navigatore satellitare
Inventato in Europa (come il cellulare, il il bluetooth, il lettore Mp3 e Mp4) il navigatore è diventato insostituibile e ben pochi ormai guardano le tradizionali carte stradali. Ma come accade con tutti gli apparecchi digitali, il navigatore (caricabile anche via rete cellulare con nuove mappe) si è rapidamente trasformato in un centro di servizi e di prestazioni molto utili; con gli ultimi modelli si può dialogare con altri automobilisti; i comandi sono a riconoscimento vocale, le immagini anche in 3D e si viaggia spesso è possibile ricevere informazioni preziose su limiti di velocità, autovelox, condizioni del traffico in tempo reale, segnalazioni di incidenti. E infine con il sensore di prossimità evitare incidenti e urti. Da 100 a 500 euro.
Tv piatte
A lcd e al plasma (più naturali), a Led oppure oled (eccellente qualità ma ancora sperimentali) o a 3D ( i tv piatti hanno sostituito completamente quelli tradizionali a tubo; grazie ai formati sino a 50′ (oltre sono molto costosi) e grazie al formato 16/9 la visione di spettacoli e film è più coinvolgente rispetto a qualche anno fa. La rivoluzione dei flat tv è stata velocissima poiché all’inizio del 2000 costituivano ancora una minima parte delle vendita. Grazie alla qualità delle immagini, alla scelta di stazioni e alla possibilità di interagire –con nuovi decoder-con gli erogatori di servizi a pagamento, il tv oggi è il vero centro del salotto multimediale. Tanto più che i nuovi modelli consentono di navigare su alcuni siti (non tutti) e con software appositi come il Windows media Center di ‘diventare’ dei veri pc. Basta aggiungere una tastiera e un mouse senza fili per lavorare con Word o navigare senza problemi e senza fili in WiFi. 3D o no? Arrivano presto i nuovi flat tv 3D senza occhialini. Prezzi molto variabili e variati: 300-1.000 per formati dai 36′ in su e di buona qualità.
Auricolare Bluetooth
In auto è essenziale, salva da multe pesanti e dal pericolo di incidenti o manovre sbagliate ma la varietà dei modelli e dei prezzi è tale che prima di decidere occorre provare a lungo, leggere le riviste specializzate e informarsi prezzo amici già in possesso dell’auricolare. Conviene scegliere un apparecchio che costi non meno di 100 euro per avere queste prestazioni: buon audio senza ronzii (c’è anche la versione stereo), con l’astina di sostegno non facilmente sganciabile ma non troppo rigida e possibilmente ‘modellabile’, con almeno 100 ore di autonomia e compatibile con tutti i cellulari dotati di Blue3tooth. E poi se volete un fuoriclasse esistono modelli con 16 giorni di autonomia in stand by e 22 ore di conversazione.
Username e password
Non esistiamo più con il nostro nome e cognome ma quasi…solo attraverso codici di individuazione criptati come l’username e la password. Purtroppo l’astuzia dei ladri di identità è ricca di fantasia e di conseguenza i due codici personali andrebbero tenuti molto riservati e mandati a memoria. Nessuno li ha inventati ma sono usciti dalla rete, dalle società che agli inizi hanno cominciato a fornire servizi in rete con protezioni più o meno criptabili. Le password meno dimenticabili sono quelle della propria vita (data di nascita, matrimonio, laurea), le più labili sono quelle fornite obbligatoriamente dai siti per l’accesso. Se non avete fantasia e volete riscontrare l’esistenza di user name e password scelte c’è un sito, che ne elenca a migliaia. E infine per memorizzarle con buona protezione, assegnatele sul cellulare o sul pc, ad una voce non ‘elettronica’ ma a nomi di amici e parenti.
Italia degli innovatori
Il gigante cinese ci guarda, ci brama, avverte sul suo enorme corpo problemi che riteneva solo nostri. Noi reagiamo in modo contraddittorio: qualche volta ci sforziamo di non guardarlo, qualche altra ci viene la tremarella, oppure favoleggiamo d’opportunità che non conosciamo. In realtà la Cina è uno di quei terreni in cui l’Italia può veder crescere il meglio di sé, ma dove si misura anche la capacità dei nostri governi. Lo Stato può fare molto per favorire la crescita della nostra ricchezza nazionale, in un’epoca in cui si deve far calare la spesa pubblica.
I cinesi sanno benissimo che l’Italia ha preziose risorse tecnologiche, ma molti sono convinti che il loro mercato sia appetibile solo per i grandi marchi del Made in Italy, cui si rivolge l’attenzione dei nuovi ricchi e il desiderio di tutti gli altri. Loro scoprono la necessità di risparmiare energia, di vivere in città più pulite, di arricchire le fabbriche con un design che dia personalità ai prodotti, ma molti di noi li considerano solo ciabattari e contraffattori di marchi. Molti sono convinti che il modello cinese si basa tutto sul basso costo del lavoro, loro, invece, non solo puntano a far salire (significativamente) i salari, ma hanno montagne di quattrini da investire e fame di tecnologia sofisticata. In queste condizioni la Cina è il mercato ideale non solo per i pezzi grossi del nostro mercato, ma anche, e direi principalmente, per l’enorme vivaio della nostra piccola e media impresa, fin qui capace di navigare i mari aperti grazie all’innovazione, all’inventiva e all’adattabilità. Non è vero che la Cina può essere penetrata solo dai colossi, ma è vero che i più piccoli non possono andare allo sbaraglio.
Lo Stato può fare molto e in questo senso si muove la rinnovata iniziativa “L’Italia degli innovatori”. Selezionare idee e prodotti da portare lontano, avendo prima selezionato interlocutori istituzionali e industriali, quindi canali privilegiati per entrare in quel mercato. In pratica: azzerare i costi necessari alla partenza per concentrarsi su quel che si può fare. Lo Stato non sovvenziona nessuno, ma fa il suo mestiere di difensore degli interessi nazionali, e le imprese affrontano il rischio senza il sovrappiù del costo fisso prima di partire.
Leggendo il China Daily si resta con un sorriso amaro: lo sviluppo rallenta. Si dicono preoccupati. Secondo la Banca Mondiale cresceranno, nel 2011, “solo” dell’8,7%. Il 2010 lo chiudono con un più 10%. Per tre anni lo hanno abbondantemente superato. Per due sfiorato. Fare un giro delle loro aziende è istruttivo: in dieci anni sono passati dal monopattino all’aeroplano. Questa è, per i nostri imprenditori, un’opportunità da cogliere, perché le nostre competenze si situano destro la loro catena del valore. Vale per molti settori: dalla meccanica alla telematica, dal vino alla grafica. Praticamente tutto. Il governo tedesco fa avanti e indietro diverse volte l’anno, da anni. Mettiamoci al lavoro, senza chiacchiere, anche noi. Sappiamo farlo, lo abbiamo dimostrato.
In quanto ai diritti umani, capitolo irrinunciabile, meglio essere chiari: la Cina non è una democrazia perfetta (ammesso che esistano) o imperfetta, non lo è. Nelle grandi città però, gli stessi che andavano a scuola e la mattina s’inchinavano davanti al busto di Mao ora puntano ai soldi e ai consumi. Attorno alla sede dove fu fondato il partito comunista si balla e si canta, seguendo la musica occidentale, come si mangia alla cucina di tutto il mondo. L’occidentalizzazione è così impetuosa che le ragazze cercano di non sembrare cinesi. Certo, non è lo sbarco di Toqueville, ma è un miliardo di volte meglio del regime maoista. Abbiamo il dovere di non abbassare la guardia, ma anche di capire quel che succede. E a che velocità.
Si può stare dentro questo processo, cogliendone le opportunità e influenzandone lo spirito (e si può farlo, con “L’Italia degli innovatori”). Oppure ci si può rifiutare, non riuscendo a capire attraverso quale strada i cinesi siano passati dagli opifici del pratese al divenire clienti in Via Condotti o in Via Montenapoleone.
Quando anche le carte di credito diventano obsolete
E pensare che ad oggi esiste ancora una certa percentuale, seppur bassa, di persone che sono poco avvezze all’utilizzo delle carte di credito. In Italia ne sappiamo qualcosa visto che, diversamente da altri Paesi, leggasi Stati Uniti, la gran parte delle transazioni economiche avviene con il caro denaro sonante. Il trend, però, è in ribasso, spinto in giù dal crescente mercato dell’e-commerce al quale ogni azienda, piccola o grande che sia, ha dovuto aggiornarsi. Proprio tale mercato, quello dei pagamenti on-line, sembra essere in procinto di cambiare una delle sua caratteristiche principali: il mezzo con il quale effettuiamo tali pagamenti.
Con la “classica” carta di credito molti di noi effettuano operazioni anche quotidianamente; si pensi, ad esempio, ad effettuare una ricarica sulla Sim del proprio cellulare, al pagamento delle bollette relative alle utenze domestiche, a prenotare l’acquisto del biglietto del treno o dell’aereo, e così via. Ebbene dallo studio di una società statunitense si evince che, nel giro di quattro anni circa, le carte di credito appariranno ormai obsolete e potrebbero addirittura essere etichettate come “vintage”, tanto da poter essere paragonate al vecchio disco in vinile.
La CNN, nel diffondere i dati di un’inchiesta della società statunitense Aite Group, è sicura: i pagamenti attraverso smartphone avranno, negli anni a seguire, una crescita esponenziale, soppiantando de facto il tradizionale mezzo delle carte di credito. Non deve meravigliare, quindi, che molte aziende stiano già investendo molto in questo settore; in Italia, ad esempio, Poste Italiane ha avviato il progetto PosteTouch. In Francia, che è sicuramente ben oltre la fase di sperimentazione, intere città si stanno attrezzando ed è già possibile, ad oggi, acquistare biglietti e abbonamenti o leggere le informazioni dei cartelli attraverso gli smartphone.
In altri paesi, come in Francia, ci sono progetti in fase avanzata di sperimentazione dell’NFC (Near Field Communication). Tuttavia non si può affermare che, allo stato attuale, sia possibile effettuare ogni tipo di acquisto con uno smartphone: a parte pagare un caffè da Starbucks o fare shopping online su alcuni siti con un iPhone o un Blackberry, per i pagamenti generalizzati non esiste ancora un sostituto della carta di credito.
Proprio il 2011, a parere di molti, sarà l’anno in cui verrà ridefinito tutto il panorama dei pagamenti digitali, implicando in tal modo un riposizionamento dei vari player. Appaiono tuttavia un po’ avveniristiche le previsioni di Aite Group: quello dei pagamenti è un mercato importante che include la quasi totalità dei consumers e, di conseguenza, sarà necessario del tempo prima che tutti si abituino ad un nuovo strumento.
Concludendo, anche da un’analisi poco approfondita dello stato attuale, nessuno ha dubbi sul fatto che la tecnologia NFC è destinata ad assumere un ruolo centrale nel mondo del mobile banking; ciò che desta perplessità e trova in disaccordo molti riguarda il tempo necessario a tale transizione.
Guardando all’Italia, lo stesso Pierfrancesco Gaggi, segretario generale del consorzio Bancomat e responsabile Abi per le relazioni internazionali, afferma: ‘Ormai da noi le carte di plastica si sono affermate, ce ne sono in circolazione oltre 30 milioni e la gente sta imparando finalmente a utilizzarle. I pagamenti con lo smartphone rappresentano sicuramente il futuro, anche se io non credo che ci arriveremo nel giro di quattro o cinque anni. Ma, una volta che la possibilità diventerà concreta anche in Italia, io credo che si svilupperanno con più facilità rispetto alle carte di credito, con tempi più brevi: si tratta di uno strumento più avanzato, più vicino alle giovani generazioni’.
L’Associazione Bancaria Italiana al momento è in fase preparatoria, di studio e di sperimentazione: ‘Stiamo sperimentando una carta di debito contactless per i micropagamenti, che un domani potrebbe diventare una sim per lo smartphone. – spiega Gaggi – Il punto di domanda che le banche italiane si pongono, però, è su quale circuito lanciare e sviluppare questo progetto. Il circuito domestico, che avrebbe il vantaggio della conoscenza del profilo della clientela? Quello europeo in fase di avviamento? Oppure quello internazionale, Visa e Mastercard. Però, anche lì, al momento non c’è una diffusione così ampia dell’NFC’. Ecco perché, conclude Gaggi, ‘decisamente la similitudine tra le carte di credito e il vinile, riferita al 2015, sembra veramente azzardata…’.
Resta da capire fra quanto tempo sarà invece azzardato non uniformarsi alle previsioni che, ad oggi, bolliamo come avveniristiche.
di Marco Leone
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