L’RFID, un’importante innovazione tecnologica, sta iniziando a svilupparsi seguendo un percorso e grazie a cause analoghe: l’identificazione in radiofrequenza esiste da molti anni come tecnologia militare; la riduzione del costo dell’elettronica, la standardizzazione internazionale e l’apertura normativa (a livello mondiale) dell’uso di determinate porzioni di spettro elettromagnetico.
Un sistema di identificazione RFID prevede che ci siano delle entità fisiche da identificare e che a queste entità siano associate delle “etichette RFID” o “tag RFID”. Questi tag, immessi in un campo elettromagnetico a bassa potenza (assai inferiore al GSM), comunicano con una antenna dotata di un apposito ricevitore che fornisce i dati ricevuti a dei programmi applicativi che li elaborano. La comunicazione avviene “per riflessione” (Back Scattering), principio molto diverso dalla comunicazione radio tra due ricetrasmittenti. Un tag è composto da diverse componenti: un chip, una antenna collegata al chip, un supporto che li ospita. Esistono diversi tipi di chip utilizzabili a seconda del tipo di applicazioni che si intendono sviluppare.
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